Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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CARCERE e CPT: CONOSCIAMOLI    Torna alle categorie

CARCERE e CPT: CONOSCIAMOLI

CARCERE e CPT: CONOSCIAMOLI.

Il numero dei carcerati in Italia ha superato la cifra di 60.000, quasi doppiando quella riferita all’organico. Le strutture sono vecchie, spesso cadenti, mancano i mezzi per attuare le stesse leggi (capienza delle celle, igiene).

Il carcere ha subito una profonda trasformazione negli ultimi decenni. Il fenomeno epocale della migrazione, il dramma della tossicodipendenza, ma soprattutto i grandi cambiamenti strutturali e il grave deterioramento della realtà sociale lo hanno modificato radicalmente.

I dati nazionali, ma anche le verifiche compiute nella realtà regionale Parlano di problemi crescenti:

  •  la metà dei detenuti è formata da immigrati con ovvi problemi di lingua, non conoscenza delle leggi, assenza di legami con la famiglia.
  •  La metà è formata da tossicodipendenti e altissima è la presenza di malati di HIV.
  •  Non poche le difficoltà nell’attivare corsi scolatici e di formazione professionale utili a dare minimi elementi culturali e professionali a chi ne è totalmente sprovvisto.
  •  Scarse le forme di socializzazione.

Il ruolo dell’istituzione deve essere ovviamente quello di controllo, ma anche e soprattutto quello di tentare di affrontare il problema del reinserimento progressivo dei detenuti nella realtà sociale.

Compito delle forze politiche e sociali è rompere il muro che sempre divide l’istituto carcerario dalla società e dalla stessa città che lo ospita.

Sono fondamentali, quindi:

  •  la presenza di mediatori culturali
  •  l’attività di assistenti sociali e operatori, centrali in una realtà in cui si intrecciano drammi personali e sociali
  •  l’impegno di gruppi di volontariato che lavorano con serietà e convinzione, ma spesso con pochi mezzi e in mezzo a difficoltà burocratiche difficilmente comprensibili.

Non dobbiamo dimenticare neppure:

  •  la realtà della polizia penitenziaria con gravi carenze di organico, questioni contrattuali irrisolte, difficoltà per la mancanza di abitazioni o nell’ottenere trasferimenti e per la qaule esiste la necessità di formazione professionale e civile.
  •  La necessità di un rapporto tra chi ha compiuto il reato e chi ne è stato vittima, come sottolineano studi ed esperienze di psicologi, sociologi
  •  Il bisogno crescente di sicurezza che proviene da ampi strati della società, soprattutto quelli più colpiti da problemi sociali (disoccupazione, incertezza di continuità del lavoro). A questo rispondiamo non solamente parlando della sicurezza primaria (lavoro, certezze per il futuro, garanzie su scuola, sanità), ma ribadendo come il carcere non debba riprodurre delinquenza e quindi il percorso carcerario (scuola, attività, possibilità di socializzare, rapporto con l’esterno, eventuale lavoro esterno, semilibertà, contatto con i servizi sociali) sia fondamentale nel non riprodurre, moltiplicata, nuova delinquenza, ma nell’evitarla.

Rifondazione ha presentato una propria proposta di legge, poi concordata con altra di altri consiglieri, sulla istituzione del Garante regionale per i detenuti. Una seconda prevede il lavoro in carcere con l’impegno per gli enti locali di acquistare prodotti opera dei carcerati ( da manufatti a frutta e verdura, possibilmente biologici).

Stiamo elaborando una specifica proposta di legge che riguarda la polizia penitenziaria.

Abbiamo visitato tutti gli istituti di detenzione regionali, riscontrando ed evidenziando problemi, ma incontrando anche associazioni, gruppi singoli/e il cui impegno è positivo e da favorire.

Il Centro di permanenza temporanea (CPT), per alcuni giorni al centro delle cronache per l’evasione di 18 migranti, è altra realtà da conoscere e comprendere. Il superamento dei CPT e della legge Bossi- Fini è al centro ell’impegno del nostro partito, anche nelle amministrazioni locali.

Sergio Dalmasso